immobili e tribunali
•
venerdì 19 giugno 2020
Il grande falò delle aste immobiliari: 3,4 miliardi di euro bruciati nel 2019
Secondo i dati di Reviva, l’anno scorso il 59% dei lotti è stato in asta una sola volta. A causa del lockdown, 30.815 aste sospese: la vera ripresa difficile prima di settembre
di Morya Longo
(Alexander Raths - stock.adobe.com)
(Alexander Raths - stock.adobe.com)
3' di lettura
Un gigantesco falò. Che nel solo 2019 ha bruciato in Italia 3,4 miliardi di euro di ricchezza. Le aste immobiliari in Italia questo sono: un immenso e farraginoso meccanismo di distruzione del valore. Sono un po’ migliorate negli ultimi anni, così almeno testimoniano vari addetti ai lavori, ma i numeri del 2019 dimostrano che non basta. Anche perché questi dati, raccolti da Reviva (una start-up nata nel 2017 per vivacizzare le aste immobiliari), hanno una precisione pari al 99,39%. Sono insomma i dati effettivi del 2019, raccolti dal Portale delle Vendite Pubbliche. Non stime o proiezioni. Sono la realtà dei fatti.
PREZZI E COMPRAVENDITE DI ABITAZIONI
Numero di compravendite in mgl (scala sx) e prezzi realiin euro/mq, valori costanti al 2019 (scala dx). Fonte: Nomisma
PREZZI E COMPRAVENDITE DI ABITAZIONI
E si tratta di una realtà per nulla confortante: le aste immobiliari sono ancora un problema in Italia. Lo sono per le banche, perché le forti svalutazioni degli immobili non consentono loro di recuperare in maniera soddisfacente i mutui (ormai in sofferenza) che avevano concesso. Ma sono un danno anche per i proprietari delle case: se un immobile si svaluta troppo e viene venduto in asta a un prezzo inferiore rispetto al valore del mutuo che il proprietario deve ancora pagare alla banca, quest’ultimo resta infatti debitore per la parte residua. Aste troppo ribassate sono dunque una beffa non solo per le banche ma anche per i proprietari: perché perdono la casa, ma non estinguono il loro debito.